Introduzione ai disturbi d’ansia

I disturbi d’ansia comprendono quei disturbi che condividono caratteristiche di paura e ansie eccessive e i disturbi comportamentali correlati. La paura è la risposta emotiva a una minaccia imminente, reale o percepita, mentre l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura.

I disturbi d’ansia sono differenti l’uno dall’altro per la tipologia di oggetto o di situazioni che provocano paura, ansia oppure comportamenti di evitamento, e per l’ideazione cognitiva associata.

I disturbi d’ansia differiscono dalla normale paura o ansia evolutive perché sono eccessivi o persistenti rispetto allo stadio di sviluppo. Essi differiscono dalla paura o dall’ansia transitorie, spesso indotte da stress, perché sono persistenti (per es. durano tipicamente 6 mesi o più).

Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a persistere se non vengono curati. La maggior parte si verifica più frequentemente nelle femmine rispetto ai maschi. Ogni disturbo d’ansia è diagnosticato solo quando i sintomi non sono attribuibii agli effetti fisiologici di una sostanza/farmaco o a un’altra condizione medica, oppure non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.

NON ESISTE UN SOLO DISTURBO D’ANSIA

Il capitolo dei disturbi d’ansia del DSM5 include:

Disturbo d’Ansia da Separazione

Mutismo selettivo

Fobia Specifica

Disturbo d’Ansia Sociale (Fobia sociale)

Disturbo di Panico

Agorafobia

Disturbo d’Ansia Generalizzato

Disturbo d’Ansia indotto dall’assunzione di sostenza

Disturbo d’Ansia dovuto ad una condizione medica

Questo cluster di disturbi , oltre ad essere caratterizzato dall’ansia, come sintomo cardine, si impernia su: un meccanismo disfunzionale di coping, a livello cognitivo, il worry e processi disfunzionali di coping costituiti dall’evitamento e dalla fuga. È presente inoltre, nel processo eziopatogenetico, l’esperienza cruciale relativa alla limitazione della esplorazione, il tema del pericolo e la necessità di preoccuparsi.

FOBIA SPECIFICA

è caratterizzata da paura o ansia marcate verso un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezza, vedere il sangue) che viene chiamato stimolo fobico. La situazione o l’oggetto fobici provocano quasi sempre immediata paura o ansia; vengono evitati oppure sopportati con paure o ansie intense. La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall’oggetto o dalla situazione. La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente per 6 mesi o più. La paura, l’ansia o l’evitamento causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorative o in altre aree importanti.

L’individuo evita attivamente lo stimolo fobico, cioè si comporta intenzionalmente in modo da prevenire o ridurre al minimo il contatto con gli oggetti o le situazioni fobici.

La fobia specifica si sviluppa di solito nella prima infanzia, nella maggior parte dei casi prima dei 10 anni. L’età media di insorgenza è tra i 7 e gli 11 anni.

Il trattamento cognitivo della Fobia Specifica prevede:

§  Ristrutturazione cognitiva (informazioni corrette sulla situazione fobigena)

§  Autoregolazione emozionale, problem solving ed apprendimento di nuove competenze

§  Esperimenti comportamentali (esposizione graduale e corroborata da nuove competenze)

FOBIA SOCIALE

si caratterizza per paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile esame degli altri, (per es., avere una conversazione, incontrare persone sconosciute). L’individuo teme che agirà in modo tale o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente; le situazioni sociali temute provocano quasi inevitabilmente paura o ansia; le situazioni sociali temute sono evitate oppure sopportate con paura o ansia intense; la paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale o al contesto socioculturale; la paura o l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più; la paura, l’ansia o l’evitamento provocano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti; la paura, l’ansia o l’evitamento non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o a un’altra condizione medica; né spiegati dai sintomi di un altro disturbo mentale. Bisogna inoltre specificare se la paura è limitata al parlare oppure all’esibirsi in pubblico.

Il trattamento cognitivo della Fobia Sociale prevede i seguenti passaggi:

§  Assessment (Social Phobia Inventory)

§  Psicoeducazione (l’ansia e la sua gestione – regolazione e accettazione -)

§  Analisi e ristrutturazione dei processi cognitivi (alcune comuni convinzioni non realistiche in questo disturbo sono: “sono incompetente”, “sono noioso”, “ non sono amabile”, “le persone sono malevoli e ostili”, “la gente si aspetta da me il massimo”)

§  Training delle abilità sociali (comunicazione non verbale; linguaggio; conversazione; abilità di ascolto; assertività, gestione dei conflitti; prepararsi bene per i colloqui; inserirsi in network sociali, imparare a parlare in pubblico, presentando un power point)

§  Esposizione graduale (partendo dalla simulazione nel setting)

§  Autoregolazione emozionale ( biofeedback con mindlab set, biofeedback dell’attività cardiaca, biofeedback del ritmo alpha contro il worry)

DISTURBO DI PANICO

il disturbo di panico si riferisce a ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Un attacco di panico consiste nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro o più di un elenco di 13 sintomi fisici e cognitivi:

1.      Palpitazioni. Cardiopalmo o tachicardia

2.      Sudorazione

3.      Tremori fini o a grandi scosse

4.      Dispnea o sensazione di soffocamento

5.      Sensazione di asfissia

6.      Dolore o fastidio al petto

7.      Nausea o disturbi addominali

8.      Sensazione di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento

9.      Brividi o vampate di calore

10.  Parestesie

11.  Derealizzazione

12.  Paura di perdere il controllo, di impazzire

13.  Paura di morire

Per poter diagnosticare un disturbo di panico, almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese (o più) di uno o entrambi i seguenti sintomi:

1.      Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi di panico o per le loro conseguenze;

2.      Significativa alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi (es., comportamenti pianificati al fine di evitare l’attacco es esercizio fisico)

L’alterazione non può essere attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica;

Esistono due tipi caratteristici di attacchi di panico: attesi o situazionali e inaspettati.

Gli attacchi di panico attesi o situazionali sono attacchi per i quali vi è un evidente elemento scatenante al momento del verificarsi di un attacco, come situazioni in cui gli attacchi di panico si sono tipicamente verificati. Gli attacchi di panico inaspettati sono quelli in cui non vi sono evidenti elementi scatenanti al momento del verificarsi dell’attacco (per es., mentre si è rilassati).

AGORAFOBIA

paura o ansia marcate relative a due o più delle seguenti cinque situazioni:

1.      Utilizzo dei trasporti pubblici

2.      Trovarsi in spazi aperti

3.      Trovarsi in spazi chiusi

4.      Stare in fila oppure tra la folla

5.      Essere fuori casa da soli

L’individuo teme o evita queste situazioni a causa di pensieri legati al fatto che potrebbe essere difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti o imbarazzanti.

La situazione agorafobica provoca quasi sempre paura o ansia; le situazioni agorafobiche vengono attivamente evitate o richiedono la presenza di un accompagnatore, o vengono sopportate con paura o ansia intense; la paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo posto dalla situazione agorafobica e al contesto socioculturale ; la paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente 6 medi o più. La paura o l’ansia sono evocate quasi ogni volta che l’individuo entra in contatto con la situazione temuta. Pertanto un individuo che diventa solo occasionalmente ansioso in una situazione agorafobica non riceverebbe la diagnosi di agorafobia.

DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO

è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessive.

L’ansia e la preoccupazione sono associate a tre o più dei seguenti sintomi:

1.      Irrequietezza

2.      Facile affaticamento

3.      Difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria

4.      Irritabilità

5.      Tensione muscolare

6.      Alterazioni del sonno

L’intensità, la durata e la frequenza dell’ansia sono eccessive rispetto alla reale probabilità o impatto dell’evento temuto.

Secondo l’ottica cognitivista il sintomo cruciale è il worry, una sorta di continuo rovello mentale, focalizzato su possibili eventi negativi e sulla ricerca compulsiva di soluzioni anticipatorie.

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