La Dipendenza Affettiva

Nella società odierna, i rapporti interpersonali stanno diventando sempre più complessi, prevedendo processi o di “ghosting”, ossia di labilità nelle relazioni (i rapporti si svolgono maggiormente per mezzo informatico), oppure possono prevedere veri e propri “vincoli di coppia”, ossia la dipendenza affettiva.

 

 

La dipendenza affettiva, non viene riconosciuta come patologia vera e propria, ma viene inserita tra le “New Addiction”, ossia nuove dipendenze di tipo comportamentale.

È possibile riconoscere tre (o più) dei seguenti criteri:

1. Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, caratterizzata da significativa sofferenza e un bisogno compulsivo dell’altro;
2. Considerevole quantità di tempo speso per questa relazione (in realtà o nel pensiero);
3. Riduzione di importanti attività sociali, professionali o di svago;
4. Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione;
5. Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
6. Esistenza di difficoltà di attaccamento, come manifestato da uno dei seguenti:
1. (a) ripetute relazioni amorose esaltate, senza alcun periodo di attaccamento durevole;
2. (b) ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro”.

Più le caratteristiche della dipendenza affettiva diventano rigide e pervasive e assumono la connotazione di necessità assolute, più si manifesta il rischio di cadere nel versante più disfunzionale del legame amoroso, quello relativo alla dipendenza affettiva patologica. In tal caso il vincolo di coppia offusca i propri bisogni e desideri e ci incatena all’altro soffocando la nostra individualità.

Chi soffre di Dipendenza Affettiva si sente inadeguato e non degno di amore e vive costantemente con il terrore di essere abbandonato dal partner.

La paura dell’abbandono induce al tentativo di controllare l’altro con comportamenti compiacenti di estrema sacrificalità, disponibilità e accudimento, con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura.

Possiamo sostenere che la scarsa autostima spinge la persona che soffre di dipendenza affettiva a leggere la scarsa disponibilità dell’altro come informazione su di sé, come ad esempio “non mi ama perché io non vado bene”. Il risultato è un aumento della sacrificalità e un continuo colpevolizzarsi per l’andamento insoddisfacente della relazione.

Nella pratica clinica spesso incontriamo pazienti che non riescono a interrompere relazioni intime profondamente distruttive, che generano sofferenza e compromettono la loro vita a vari livelli. Il trattamento della dipendenza affettiva si struttura sul raggiungimento di obiettivi a breve e lungo termine:

Il primo obiettivo, a breve termine, è affrontare e risolvere la sofferenza attuale del paziente in termini di sintomi e disfunzioni comportamentali.

Il secondo obiettivo, a lungo termine, consiste nell’affrontare le esperienze precoci di abbandono, di trascuratezza fisica ed emotiva, di maltrattamenti, abusi ecc.

In parallelo, la terapia mira ad aiutare i pazienti ad avere accesso a quello che provano, ai loro desideri e ai loro scopi e a utilizzarli per compiere delle scelte autonome.

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