Perché alcune persone sono ottimiste e altre sono pessimiste? E ancora, nel momento in cui ci si dovesse scoprire pessimisti, dobbiamo ipotizzare di essere destinati a rimanerlo tutta la vita o possiamo sperare di poter diventare ottimisti?
Martin Seligman, sostiene che alla base di queste due modalità di guardare la vita ci siano due elementi: da un lato la sensazione di poter esercitare o meno un controllo sugli eventi, dall’altro il modo con cui ci spieghiamo ciò che ci accade. In questo senso, le persone che si vivono come impotenti, ossia le persone convinte che qualsiasi cosa possano fare non servirà per raggiungere quanto vogliono, saranno con maggiore probabilità più pessimiste delle persone che, al contrario, credono di poter modificare circostanze ed eventi così da raggiungere obiettivi e successi ipotizzati. Tuttavia la percezione di sentirsi impotenti o meno, capaci di controllare ciò che ci accade o meno, non origina dal nulla, ma si costruisce a seconda del modo in cui ciascuno si spiega gli eventi negativi o positivi con cui ha a che fare nella vita.
Seligman, a questo proposito, ritiene che ciascuna persona abbia un proprio stile esplicativo , cioè una propria modalità di interpretare le cause degli eventi . Tale modalità, a suo avviso, origina dalla visione che ciascuno ha del proprio posto nel mondo, dal percepirsi come persona degna di valore e meritevole oppure indegna e immeritevole. Nel primo caso avremo facilmente a che fare con una persona ottimista, nel secondo con una pessimista.
Nello specifico lo stile esplicativo è caratterizzato da tre dimensioni cruciali: la permanenza , la pervasività e la personalizzazione
La permanenza riguarda il tempo e quel modo di spiegarsi gli eventi secondo cui le cause dei propri successi o fallimenti perdurano nel tempo e non sono modificabili.
La pervasività riguarda invece lo spazio. Si tratta in particolare, dello spiegarsi gli eventi in modo specifico. Spiegarsi gli eventi con cause temporanee limita l’impotenza nel tempo e spiegarsi gli eventi usando cause specifiche limita l’impotenza alla situazione d’origine, impedendole così di dilagare in tutti i campi dell’esistenza.
La personalizzazione: quando si manifestano degli eventi negativi, possiamo accusare noi stessi o fattori esterni a noi per averli provocati.
Possiamo dire che ottimisti o pessimisti non si nasce, ma lo si diventa . Pertanto l’ottimismo può essere appreso!!!
Due strategie per trattare la credenza o spiegazione pessimista.
La prima consiste nel focalizzare la propria attenzione su pensieri diversi da quelli legati alla propria credenza , cercando per quanto possibile di interrompere i pensieri negativi. In questo senso può essere utile, in presenza di pensieri pessimisti, visualizzare nella propria
mente l’immagine di un grosso STOP rosso che contrasti i pensieri negativi.
La seconda strategia consiste nel cercare di mettere in discussione le proprie credenze pessimiste. Per fare ciò si possono seguire le 4 modalità indicate:
1. Raccogliere prove che dimostrino la fondatezza o meno della credenza.
2. Raccogliere spiegazioni alternative alla credenza.
3. Evitare di catastrofizzare.
4. Imparare dagli errori. Utilizzare gli errori commessi come suggerimenti che possano esserci d’aiuto a migliorare la prestazione in futuro.