Come si acquisisce il linguaggio? Quali strumenti lo agevolano?
Le teorie tradizionali hanno posto la loro attenzione sulla forma del linguaggio, cioè sulle parole, frasi, sintassi, la grammatica e così via. Skinner invece nel 1957 scrive il libro “Verbal Behavior” introducendo un cambiamento di vedute.
Il linguaggio è un comportamento verbale che può essere spiegato tramite le stesse variabili ambientali che controllano ogni altro comportamento ed è per questo che anche il linguaggio sottostà alla contingenza a tre termini: l’antecedente, il comportamento vero e proprio e la conseguenza.
• l’antecedente descrive la situazione prima del comportamento e comprende il controllo dello stimolo e la motivazione (MO);
• il comportamento rappresenta la forma della risposta che viene messa in atto rispetto all’antecedente;
• la conseguenza è l’azione che segue quel determinato comportamento e che può subire delle variazioni tramite il rinforzo (aumento del comportamento).
Insomma per Skinner la parola non viene più definita sulla base della sua forma, ma per la sua funzione, ovvero in base alle variabili che ne controllano l’emissione. Per questo motivo suddivide il linguaggio in categorie funzionali dove ognuna ha una precisa funzione e li chiama operanti verbali.
Bisogna precisare una cosa molto importante: con comportamento verbale non ci si riferisce solo al comportamento vocale, ovvero al “parlare”, ma a qualunque tipo di sistema di comunicazione: per esempio la lingua dei segni (utilizzate da chi presenta disabilità uditive) o il PECS (sistema di comunicazione per scambio di immagini).
Gli operanti verbali identificati da Skinner sono diversi e li suddivide in primari e secondari. Ecco i primari:
• MAND (Richiesta)
• TACT (Denominazione / Etichettamento)
• ECHOIC (Imitazione vocale)
• MIMETIC (Imitazione del segno)
• INTRAVERBALE (Risposta a domande)
• TEXTUAL (comportamento testuale)
• TRASCRIPTION (dettato)
• LISTENER – COMPORTAMENTO DELL’ ASCOLTATORE (ricettivo e non verbale)