I disturbi depressivi nel DSM 5 includono il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, il disturbo depressivo maggiore, il disturbo depressivo persistente (distimia), il disturbo disforico premestruale, il disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci, il disturbo depressivo dovuto a un’altra condizione medica, il disturbo depressivo con altra specificazione e il disturbo depressivo senza specificazione.
La caratteristica comune di tutti questi disturbi è la presenza di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo.
Ogni persona esibisce una specifica attitudine per quanto concerne il tono dell’umore che tende a manifestare con maggiore frequenza. Essa è il risultato sia di un assetto biologico di base dell’individuo (temperamento), ovvero la sua costituzione genomica, sia delle influenze dell’ambiente di crescita e sviluppo della personalità. Sono stati individuati alcuni neurotrasmettitori direttamente associati alle funzioni di regolazione dell’umore, i principali sono la serotonina, la noradrenalina e la dopamina.
La depressione è la prima causa di disfunzionalità nei soggetti tra i 14 e i 44 anni di età, precedendo patologie quali le malattie cardiovascolari e le neoplasie. La depressione e la distimia sono maggiormente presenti nelle donne in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini, ma solo dopo l’età puberale.
. Nella depressione è presente, pertanto, una oscillazione tra afsi di compenso caratterizzate da attività eccessive e non gratificanti e da periodi di blocco delle attività.
Triade di Beck:
- visione negativa di sé
- visione negativa della realtà
- visione negativa del futuro